giovedì 29 maggio 2014

Curriculum Vitae e pubblicazioni del Prof. F. P. Rossi, Coord. Scientifico del centro studi ANIV di diritto della previdenza sociale "G. Billia".



PROF. AVV. FRANCESCO PAOLO ROSSI
Miles Jesu Christi, sed simplex humilisque miles


NATO A SILVI (TE) IL 2 OTTOBRE 1933

CURRICULUM VITAE



- In data 9 novembre 1956 si laureava in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Modena, discutendo la tesi in diritto civile sulla “Rilevanza del giuoco nell’ordinamento giuridico”, di cui fu relatore il compianto illustre Prof. Ferdinando Salvi.

- Subito dopo la laurea iniziava ad approfondire lo studio delle materie sindacali, lavoristiche e previdenziali, seguendo al tempo stesso l’inerente produzione giurisprudenziale nonché l’attività giuridico-letteraria specificamente in tema dei diritti costituzionale, amministrativo e civile.

- In data 1’° luglio 1959 veniva nominato, a seguito di concorso pubblico, Consigliere di 3° classe in prova nel ruolo della carriera direttiva degli Uffici del lavoro e della massima occupazione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, prestando servizio con detta qualifica sino al 15 novembre 1959 presso l’Ufficio provinciale del lavoro di Teramo.

- In data 16 novembre 1959 veniva assunto, quale vincitore di concorso pubblico, alle dipendenze dell’I.N.P.S. e immesso nel ruolo della carriera direttiva delle Istituzioni sanitarie, prestando la propria attività di dirigente amministrativo vicario presso la Stabilimento termale “P. D’Abano” di Battaglia Terme (Padova) sino alla data del 24 ottobre 1962.

- In data 25 ottobre 1962 veniva trasferito d’ufficio presso l’Ospedale “C. Forlanini” di Roma, dove assumeva le funzioni di Capo del personale.

- Abilitato al patrocinio dinnanzi alle Preture della Corte di Appello de L’Aquila sin dal 6 dicembre 1956, conseguiva in data 9 febbraio 1966 l’abilitazione all’esercizio della professione di procuratore legale, superando presso la Corte di Appello di Roma i relativi esami indetti con D.M. 19 dicembre 1964.

- In data 31 maggio 1966 veniva abilitato all’insegnamento di istituzioni di diritto, economia politica e scienza finanziaria e statistica negli istituti tecnici commerciali, avendo superato il relativo esame di Stato indetto con D.M. del 10 agosto 1965.

- In data 6 luglio 1967 conseguiva con lode il diploma di perfezionamento in “Diritto sindacale e del lavoro” presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

- In data 14 dicembre 1967 era promosso dirigente amministrativo dell’I.N.P.S. in seguito ai risultati del relativo concorso nazionale interno, che lo vedeva classificato al 1° posto della graduatoria finale.

- In data 28 marzo 1969 veniva chiamato, presso la Confederazione Italiana Dirigenti di Azienda, a far parte della “Commissione CIDA: economia e lavoro”, in qualità di “esperto”.

- In data 9 gennaio 1971 veniva chiamato dalla Direzione Generale dell’I.N.P.S. al “Gruppo Studi” del Servizio Prestazioni delle assicurazioni generali obbligatorie in Roma Eur.

- Nei tre anni accademici 1970–1971, 1971–1972 e 1972–1973 svolgeva costante e assidua attività didattica presso la Scuola di perfezionamento in diritto sindacale e del lavoro dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, sostituendo, in caso di assenza o di impedimento, il Prof. Mattia Persiani incaricato dell’insegnamento di “Diritto della Sicurezza Sociale” per il secondo anno del corso di perfezionamento.

- In data 3 agosto 1971 veniva promosso dall’I.N.P.S. alla qualifica di Ispettore amministrativo delle case di cura – dirigente amministrativo capo.

- In data 31 gennaio 1972 sosteneva gli esami di abilitazione alla libera docenza in diritto della previdenza sociale, restando abilitato, per un quinquennio, alla libera docenza in detta disciplina presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Facoltà di Giurisprudenza.

- Nell’anno accademico 1973-74 svolgeva, infatti, il corso libero di “Il diritto della previdenza sociale” presso l’Istituto di diritto privato della Facoltà di giurisprudenza della Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

- In data 2 aprile 1973 veniva nominato dal Consiglio confederale della C.I.D.A. membro della “Commissione per la tutela del dirigente ed i problemi sindacali”.

- Veniva chiamato a far parte del “Gruppo di consultazione” al terzo tema “Il dirigente di azienda nel diritto”, relatore il Prof. Gino Giugni, nel Convegno Nazionale su “Il dirigente di azienda nell’evoluzione della società”, tenutosi a cura della C.I.D.A. in Roma il 23 e 24 novembre 1973.

- In data 22 maggio 1974 veniva designato a rappresentare la Confederazione Italiana Dirigenti di Azienda nella “Commissione Previdenza” in seno alla Confédération Internazionale des Cadres.

- Partecipava, in qualità di osservatore delegato della predetta Confédération Internazionale des Cadres, alla 59^° sessione della Conferenza Internazionale del lavoro, svoltasi a Ginevra nel periodo dal 5 al 25 giugno 1974.

- In data 27 giugno 1974 veniva nominato Segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale Dirigenti Enti Pubblici, aderente alla C.I.D.A.

- In data 1° novembre 1975, rassegnate le proprie dimissioni dal servizio presso l’I.N.P.S. in qualità di dirigente, assumeva le proprie funzioni di professore incaricato dell’insegnamento di “Diritto del lavoro” (cattedra di raddoppio) presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

- Dall’anno accademico 1975-1976 gli veniva affidato l’incarico dell’insegnamento di “Assicurazione sociale di invalidità vecchiaia e superstiti” (II anno – indirizzo previdenziale) presso la Scuola di perfezionamento in diritto sindacale, del lavoro e della previdenza sociale, annessa alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.

- In data 8 marzo 1976 veniva nominato Vice Segretario Generale e Tesoriere dell’Associazione Italiana di Diritto del lavoro e della Sicurezza Sociale (AIDLASS).

- Otteneva la conferma della libera docenza in “Diritto della previdenza sociale” con D.M. 27 luglio 1977.

- In data 13 dicembre 1977 gli veniva attribuito l’incarico di insegnamento del “Diritto del lavoro” per l’anno accademico 1977-1978 dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Sassari.

- In data 15 febbraio 1978 veniva chiamato a far parte del Comitato Tecnico Scientifico, sovraintendente la ricerca (sollecitata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Consiglio Superiore della Pubblica Amministrazione – Centro di formazione e studio per il mezzogiorno) in materia di snellimento delle procedure relative alla liquidazione delle pensioni.

- In data 6 aprile 1978 veniva chiamato in qualità di “esperto” presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro per la redazione di un “rapporto sul sistema pensionistico italiano”, la cui prima parte restava allegata al parere espresso dallo stesso CNEL sul disegno di legge n. 2486 presentato alla Camera dei Deputati il 21 ottobre 1978 dal Ministro del lavoro e della Previdenza Socaile e concernente “norme per il riordinamento dei trattamenti pensionistici”.

- Partecipava al IX Congresso Internazionale di diritto del lavoro svoltosi dal 12 al 15 settembre 1978 a Monaco di Baviera come relatore nazionale per il secondo tema su “Il trattamento dei lavoratori in caso di malattia”.

- Dal 1° agosto 1980 veniva nominato professore di ruolo di II fascia, associato alla disciplina di “DIRITTO DEL LAVORO”, presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

- Correlativamente al raggiungimento delle posizioni professionali sopra riferite e nell’ambito delle strutture pubbliche amministrative del lavoro e della previdenza sociale, all’attività di sindacalista e a quella propriamente didattica svolta quale docente universitario, esercitava opera di pubblicista, collaborando con note a sentenze, articoli e saggi di dottrina giuridica alle seguenti riviste periodiche:

- La rivista italiana di previdenza sociale, diretta dal Prof. U. Chiappelli;

- Lavoro e Sicurezza sociale, edita dalla C.I.D.A.;

- Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, edita a cura dell’I.N.A.I.L.;

- Rivista di diritto del lavoro, diretta dal Prof. V. Carullo;

- Sicurezza sociale, edita a cura del Patronato ACLI;

- Il diritto del lavoro, diretta dal Prof. A.L. Miglioranzi;

- Previdenza Sociale, edita a cura dell’I.N.P.S.;

- Giurisprudenza Italiana, edita dall’U.T.E.T.;

- Nuove leggi civili commentate, edita dalla C.E.D.A.M..

- Nello stesso tempo partecipava, svolgendo anche propri interventi, a molteplici “convegni”, quali, ad esempio, quelli tenuti presso l’Istituto italiano di medicina sociale sul problema dell’alcoolismo in Italia, sugli aspetti psicologici del lavoro umano, sull’anziano nella società, sulla collaborazione sanitaria nelle controversie previdenziali; ai “congressi” ed alle “giornate di studio” organizzati dall’Associazione Italiana di Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale, di cui era stato Vice Segretario e Tesoriere, nonché a diversi “seminari di studio” e “tavole rotonde” sullo Statuto dei lavoratori, sulla riforma sanitaria e sulla contrattazione collettiva nel pubblico impiego.

- Dal 1974 al 1990 collaborava, anche, da ultimo, in posizione di condirettore, al Trattato di previdenza sociale, diretto da Benedetto Bussi e Mattia Persiani, volumi 1-2 (Tomi I e II) - 3 – 4 – 5 – 7 (CEDAM);

- Pubblicava, insieme con altri autori, nella collana dei Quaderni della Rivista italiana di previdenza sociale, n. 52 del 1977, in seconda edizione, un vero e proprio testo unico “privato” delle norme concernenti le prestazioni dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti.

- In data 1° ottobre 1980, su invito del B.I.T. di Ginevra, teneva una relazione sul tema “Amministrazione della previdenza sociale italiana: decentramento e democratizzazione” presso il Centro internazionale di Torino a dirigenti e funzionari dei Ministeri del Lavoro di 40 Paesi dell’Europa, Africa, Asia e Sud America.

- In data 15 novembre 1980, svolgeva la relazione su “I modelli attuali della previdenza sociale per i liberi professionisti” nel Convegno nazionale di studi promosso dall’Università Ca’ Foscari di Venezia.

- In data 11 febbraio 1981 veniva chiamato, quale esperto, dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro a collaborare per la redazione di un rapporto sull’art. 75 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, concernente l’istituzione del servizio sanitario nazionale.

- Partecipava al X Congresso internazionale della Società internazionale di diritto del lavoro e della sicurezza sociale, tenutosi in Washington, USA, nei giorni dal 7 al 10 settembre 1982.

- In data 24 febbraio 1984, con provvedimento rettorale del Prof. Giovanni Castellani, veniva confermato, in rappresentanza dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nella qualità di consigliere di amministrazione della Fondazione San Servolo per le ricerche e gli studi sull’emarginazione sociale e culturale.

- Partecipava all’XI Congresso internazionale, in qualità di socio dell’AIDLASS, tenutosi a Caracas, Venezuela, nei giorni dal 17 al 20 settembre 1985, nonché al XII Congresso internazionale, svoltosi in Madrid, Spagna, dal 20 al 23 settembre 1988 e anche al XIII, tenutosi nel settembre del 1992 in Atene, Grecia.

- Per il triennio 1991-1993 veniva nominato membro della Commissione di studio sul danno biologico di origine professionale, giusta delibera del Consiglio di amministrazione dell’INAIL del 5 novembre 1991.

- Nel giugno del 1995 veniva chiamato, quale esperto, dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) a predisporre la formulazione di un parere in tema di privatizzazione degli Enti previdenziali delle categorie dei liberi professionisti.

- Con provvedimento del Senato accademico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia del 24 giugno 1996 veniva designato membro della Commissione per la redazione del “Regolamento delle prestazioni indispensabili da assicurare in caso di sciopero del personale docente” (Legge 12 giugno 1990, n. 146).

- Con Decreto Rettorale dell’Università Ca’ Foscari n. 645 del 30 maggio 1997 veniva nominato consigliere di amministrazione del “Centro Interdipartimentale di Studi sull’Asia Marco Polo”, con l’impegno propositivo, nella visione del commercio mondiale e nell’ottica dello scambio culturale sulla tutela della salute dei lavoratori, di un incontro con rappresentanze universitarie cinesi, vista l’assenza della Cina dalla “Organizzazione mondiale del commercio”, il cui Direttore Generale, l’Ambasciatore Renato Ruggiero, avrebbe potuto trovare un’occasione di presenza in un ambito non strettamente politico, bensì squisitamente culturale.

- Nel 1997 veniva designato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia nel Collegio consorziale dei docenti del Dottorato di Ricerca in Diritto comunitario e comparato del Lavoro presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara.

- Dal 1987 è Coordinatore scientifico del Centro studi ANIV di Diritto della previdenza sociale “G. Billia”.

- Dal 1996 è membro del Comitato scientifico della Rivista degli infortuni e delle malattie professionali dell’INAIL.




ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI 

di 

FRANCESCO PAOLO ROSSI 

Miles Jesu Christi, sed simplex humilisque miles 



Nato a Silvi (TE) il 2 ottobre 1933, già dirigente INPS in Roma e libero docente in diritto della previdenza sociale nell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, nonché già dirigente sindacale della CIDA in Roma, dal 1975 al 2013 è stato professore di diritto del lavoro nella Facoltà di economia dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia.

OPERE PRINCIPALI.

Rapporto di lavoro subordinato e rapporto giuridico previdenziale, Giuffrè 1968; Saggio sull’invalidità pensionabile, Cedam 1977; La contrattazione collettiva nel parastato, Cedam 1978; Pensione (diritto privato), in Enciclopedia del diritto, Giuffrè 1982; La nuova invalidità pensionabile, Cedam 1989; La previdenza e l’assistenza obbligatoria, in Trattato di diritto privato diretto da P. Rescigno, UTET 1986, 1991 e 2000; I dirigenti di azienda nella realtà europea, Franco Angeli 1994; Gli Istituti previdenziali e la riforma pensionistica. L’idea di fedeltà alla Repubblica, Cedam 1995; I diritti della famiglia europea nell’ordinamento comunitario di sicurezza sociale, Franco Angeli 1996; Nozioni di diritto europeo del lavoro, Cedam, seconda edizione, 2000; La previdenza sociale, in Enciclopedia giuridica del lavoro, fondata da G. Mazzoni e diretta da G. Suppiej, Cedam, settima edizione, 2000.

SCRITTI MINORI.

- Della competenza territoriale del giudice penale nel reato di omesso versamento dei contributi assicurativi, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1965.
- Intervento svolto su “Attualità sul problema dell’alcoolismo in Italia”, in “I quaderni degli incontri”, n. 30, Istituto italiano di Medicina Sociale, pp. 110 e 111, Roma 27 febbraio 1965.
- Intervento svolto su “Aspetti psicologici del lavoro umano”, in “I quaderni degli incontri”, n. 31, Roma, 11 marzo 1965, Istituto Italiano di Medicina Sociale, pp. 26 e 27.
- Il principio della inscindibilità delle assicurazioni sociali, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 4 del 1965.
- La pensione sociale, la pensione privilegiata e la pensione di anzianità, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 5 del 1965.
- Della contribuzione volontaria nell’assicurazione per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 6 del 1965.
- Intervento svolto su “L’anziano nella società”, in “I quaderni degli incontri”, n. 41, Roma 25 gennaio 1966, Istituto Italiano di Medicina Sociale, pp. 53 e 54.
- Sulla tutela previdenziale delle prestazioni lavorative con carattere di saltuarietà o di parzialità, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 1 del 1966.
- Sulla revisione del giudizio di invalidità, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 3 del 1966.
- Intervento svolto su “La pensione privilegiata di invalidità”, in “I quaderni degli incontri”, n. 47, Roma 16 maggio 1966, Istituto Italiano di Medicina Sociale, pp. 18.
- Litisconsorzio e responsabilità per danni del datore di lavoro ex art. 2116 c.c., in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 5 del 1966.
- Il recesso per giustificato motivo nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, in “Lavoro e Sicurezza Sociale”, CIDA, Roma, n. 6 del 1966.
- Intervento svolto su “La collaborazione sanitaria nelle controversie previdenziali”, in “I quaderni degli incontri”, n. 55, Roma 1’ e 8 marzo 1967, Istituto Italiano di Medicina Sociale, pp. 60 ss.
- Il diritto del lavoratore alla posizione assicurativa, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1967.
- Rapporti preliminari intercorrenti tra l’INPS ed i soggetti protetti, in “Rivista di diritto del lavoro”, Giuffrè, Milano, fasc. n. 3 del 1967.
- Intervento svolto su “Il lavoratore e il cittadino di fronte all’ordinamento previdenziale e assistenziale (profili costituzionali e prospettive di riforma)”, in “I quaderni degli incontri”, n. 66, Roma 5 dicembre 1967, Istituto Italiano di Medicina Sociale, pp. 26 ss.
- Una formulazione errata di principi di diritto in materia di assegni familiari, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1968.
- Il termine prescrizionale dell’azione per conseguire le prestazioni previdenziali nel campo delle malattie professionali, “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 4 dell’anno 1968.
- Brevi considerazioni sulla tubercolosi nell’infortunio, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, fasc. n. 5 dell’anno 1968.
- Interventi svolti alle Prime Giornate di Studio su “L’Ospedale in Italia – strutture e funzionalità”. (Estratto dal volume degli atti relativi), Roma, 9-10-11-12 novembre 1968, Istituto Italiano di Medicina Sociale.
- Assegni familiari e rapporto giuridico previdenziale, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 6 del 1969.
- Retribuzione e prestazione previdenziale nella nuova legge sulla revisione degli ordinamenti pensionistici, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 1 del 1970.
- Retribuzione e prestazioni previdenziali, in Rivista “Sicurezza Sociale” Patronato ACLI, n. 2 del 1970.
- Indivisibilità e solidarietà nell’obbligazione contributiva, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 3 del 1970.
- L’insorgenza del diritto alla pensione d’invalidità nella fase giudiziaria successiva al procedimento amministrativo, in “La previdenza sociale nell’artigianato”, n. 66 del 1971.
- Una giusta rimeditazione del Supremo Collegio sul problema dell’estensione del contraddittorio nelle controversie in materia di previdenza sociale, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 3 del 1971.
- Diritto alla pensione e grado di inabilità degli operai, in “Il Diritto del Lavoro”, fasc. 5 del 1971.
- L’attività amministrativa degli Enti previdenziali ed il rapporto giuridico-contributivo nella realizzazione della tutela previdenziale, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 1 del 1972.
- Il presupposto legale della tutela previdenziale: il rapporto di lavoro subordinato, Rivista “Previdenza Sociale”, INPS, n. 1 dell’anno 1972.
- Sulla natura giuridica degli interessi legali dovuti dall’INPS, in “Giurisprudenza Italiana, Disp. 2° parte I, sez. 1° del 1972.
- L’art. 38, 2’° comma, della Legge n. 153 del 1969 e la responsabilità contrattuale del datore di lavoro ex art. 2116, 2’° comma, del Codice Civile, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 4 del 1974.
- Il lavoro nei cantieri-scuola, Rivista “Sicurezza Sociale”, Patronato ACLI, n. 4 dell’anno 1972.
- Malattia e colpa dell’assicurato, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 5 del 1972.
- L’evoluzione della giurisprudenza nella valutazione delle malattie ai fini dell’invalidità, in Rivista “Sicurezza Sociale”, Patronato ACLI, n. 3 dell’anno 1973.
- La fase giudiziaria dell’invalidità, in “Il Diritto del Lavoro”, fasc. 3-4 del 1973.
- Il diritto di surrogazione dell’Ente di malattia e la legge n. 990 del 1969 sull’assicurazione obbligatoria della responsabilità derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, in “Giurisprudenza Italiana”, Disp. 1°, parte I, sez. 2° del 1974.
- I soggetti protetti, nel Volume primo “Il regime generale dell’invalidità, vecchiaia e superstiti” del Trattato di Previdenza Sociale, diretto da Bussi e Persiani, Padova, CEDAM, 1974.
- La pensione di invalidità, nel Volume primo “Il regime generale dell’invalidità vecchiaia e superstiti” del Trattato di Previdenza Sociale, diretto da Bussi e persiani, Padova, CEDAM, 1974.
- Raccolta sistematica delle vigenti norme in materia di prestazioni dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti (Aggiornata alla Legge 16 aprile 1974, n. 114), in I Quaderni de “La Rivista italiana di Previdenza Sociale”, Editore A. Giuffrè, Milano, 1974.
- Il dirigente d’azienda nella tutela previdenziale del lavoro subordinato, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1974.
- Il rapporto previdenziale del dirigente industriale, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 5 del 1974.
- Rilevanza delle decisioni precontenziose di secondo grado risolutive del conflitto di amministrazione in materia pensionistica, “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 3 del 1975.
- Un esempio di errata ottica previdenziale in materia di maggiorazione delle pensioni per familiari a carico, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 4 del 1975.
- Settore pubblico e settore privato: differenze e privilegi, nel numero dedicato alla “Riforma previdenziale nella prospettiva della sicurezza sociale” della Rivista dell’INAS-CISL n. 3-4 del 1975, p. 255ss.
- Intervento su “Il rischio professionale”, in Atti del V Congresso Nazionale di Diritto del lavoro dell’AIDLaSS del 7-9 novembre 1975, Annuario di diritto del lavoro n. 9, Giuffrè, Milano, 1977, p. 71 ss.
- La fase amministrativa del contenzioso previdenziale in materia pensionistica, nel Volume settimo “Le procedure amministrative e giudiziarie” del Trattato di previdenza Sociale, diretto da Bussi e Persiani, CEDAM, Padova, 1975.
- Sovrapposizione non coordinata di leggi previdenziali: un intervento evitabile della Corte Costituzionale, in “Il Diritto del lavoro”, fasc. 3-4 del 1976.
- Notazioni sull’obbligo contributivo per la disoccupazione involontaria e per l’E.N.A.O.L.I. del personale non di ruolo degli enti ospedalieri, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1977.
- Brevi note sull’invalidità pensionabile, in Rivista “Sicurezza Sociale”, Patronato ACLI, n. 3 del 1977.
- La contrattazione collettiva per i dipendenti degli enti pubblici, contributo monografico in “Annali della Fondazione Giulio Pastore” – VI, 1977, p. 149 ss.
- Identità del grado minimo di inabilità permanente nella tutela economica dell’infortunio e della malattia professionale, in “Il Diritto del lavoro”, fasc. 5, parte II, 1977, p. 329 ss.
- Raccolta sistematica delle vigenti norme in materia di prestazioni dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti (seconda edizione aggiornata al 30 novembre 1976), in I Quaderni de “La Rivista Italiana di Previdenza Sociale”, Giuffrè, Milano, 1977.
- La tutela contro la disoccupazione – La tubercolosi – Gli assegni familiari, Le prestazioni economiche, volume terzo, capitolo IV, del Trattato di Previdenza Sociale, diretto da Bussi e Persiani, CEDAM, Padova 1977, p. 507 ss.
- Requisito di permanenza ed attualità dell’occupazione nel giudizio di invalidità pensionabile, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 5 dell’anno 1977.
- Carattere previdenziale dell’indennità di buonuscita e liquidazione del danno per svalutazione monetaria, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 6 del 1977.
- Legislazione: un quadro più organico, in Rivista “quale impresa”, numero monografico sui problemi della sicurezza sociale, n. 4, aprile 1978, p. 8 ss.
- La tutela infortunistica ad una svolta?, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 2 del 1978.
- Il trattamento dei lavoratori in caso di malattia, relazione nazionale per l’Italia al IX Congresso Internazionale di Diritto del lavoro e della Sicurezza Sociale, München, 12-15 settembre 1978, Verhagsgesellschalft Rech Und Wirtschaft MBH, Heidelberg, p. 548 ss.
- Aspetti giuridici della pensione di guerra e dell’assistenza sanitaria relativa, relazione svolta al Convegno interregionale sui problemi della pensionistica e dell’assistenza socio-sanitaria ai mutilati ed invalidi di guerra, in Atti del Convegno tenutosi in Villa Manin di Passariano, 7 ottobre 1978, p. 12.
- Un insegnamento errato della Suprema Corte per obliterazione di leggi, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale”, n. 1 del 1979.
- La disciplina giuridica della tutela economica pubblica nell’idea della sicurezza sociale, in Rivista “Previdenza Sociale”, INPS, n. 1 del 1979, p. 3 ss.
- Assicurazioni sociali (in generale), in Nov.mo Digesto italiano, Appendice, Torino, 1979, p. 514.
- Il servizio sanitario nazionale – Commento con M. Persiani e V. Bellini alla legge 23 dicembre 1978, n. 833, Zanichelli, Bologna, 1979.
- Le forme speciali della tutela per l’invalidità vecchiaia e superstiti, Volume secondo, “Gli eventi”, del Trattato di Previdenza Sociale, diretto da Bussi e Persiani, CEDAM, Padova, 1979, p. 659 ss.
- Evoluzione politica e strutturale della lotta alla disoccupazione nel periodo della “booming Italy”, in Sviluppo e crisi dell’economia italiana, a cura di G. Franco, ETAS LIBRI 1979, p. 135 ss.
- Uno sgravio dovuto … ma non concesso, in “Rivista (La) Italiana di Previdenza Sociale, n. 4 del 1979, p. 671 ss.
- Note introduttive in Commentario al testo coordinato del d.l. 30 dicembre 1979, n. 663, e della legge di conversione 29 febbraio 1980, n. 33, recante: «Provvedimenti per il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, per la previdenza, per il contenimento del costo del lavoro e per la proroga dei contratti stipulati dalle Pubbliche Amministrazioni in base alla legge 1’° giugno 1977, n. 285, sull’occupazione giovanile», in “Le nuove leggi civili commentate”, n. 6, CEDAM, Padova, 1980, p. 1053 ss.
- Note introduttive in Commentario alla legge 23 aprile 1981, n. 155, recante: «Adeguamento delle strutture e delle procedure per la liquidazione urgente delle pensioni e per i trattamenti di disoccupazione, e misure urgenti in materia previdenziale e pensionistica in “Le nuove leggi civili commentate”, n. 1, CEDAM, Padova, 1982, p. 1 ss.
- Commento all’art. 9 (trattamento pensionistico) della legge 23 marzo 1981, n. 91, recante: «Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti» in “Le nuove leggi civili commentate”, n. 3, CEDAM, Padova, 1982, p. 608 ss.
- Disciplina giuridica delle pensione di guerra, in Sicurezza Sociale, Patronato ACLI, n. 1, 1983, p. 3 ss.
- Invalidità, vecchiaia e superstiti (assicurazione obbligatoria), in Appendice del Novissimo Digesto Italiano, UTET, Torino, 1983, p. 424 ss.
- Famiglia e sistemi di sicurezza sociale, in Bollettino di informazione e documentazione, n. 2, Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 1983, p. 107 ss.
- La politica previdenziale dei dirigenti del commercio, in Il Giornale del Dirigente, n. 6, Milano, giugno 1984, p. 13 ss.
- L’assicurazione di invalidità, vecchiaia e superstiti, in Persiani Simoneschi (a cura di), Le leggi sul lavoro annotate dalla giurisprudenza, vol. III, Giuffrè, Milano, 1984, p. 5 ss.
- Il riconoscimento legale e giurisprudenziale della CIDA come “Sindacato maggiormente rappresentativo su base nazionale”, in “Lavoro e Sicurezza Sociale”, CIDA, n. 2, Franco Angeli Riviste, Milano, 1985, p. 13 ss.
- Licenziamento inefficace e contratto estintivo, in “Lavoro e Sicurezza Sociale”, CIDA, n. 4, Franco Angeli Riviste, 1985, p. 29 ss.
- La tutela dell’invalidità nella disciplina legislativa, in Atti del Convegno su: “Invalidità e tutela. Strumenti per una nuova politica sociale”, promosso dal Patronato INAS-CISL il 18 gennaio 1985 in Montegrotto Terme (PD), supplemento a “Sicurezza Sociale oggi”, Milano, 1985, p. 5 ss.
- Note introduttive in Commentario alla legge 12 giugno 1984, n. 222, recante: «Revisione della disciplina della invalidità pensionistica» a cura di F.P. ROSSI dell’Università Ca’ Foscari di Venezia in “Le nuove leggi civili commentate”, n. 2 – 3 CEDAM, Padova, 1985, p. 309 ss.
- Note introduttive, in Commentario delle leggi nn. 140 e 141 del 15 aprile e del 17 aprile 1985, recante, rispettivamente: «Miglioramento e perequazione di trattamento pensionistico e aumento della pensione sociale» e «Perequazione dei trattamenti pensionistici in atto dei dipendenti pubblici», in “Le nuove leggi civili commentate, CEDAM, n. 2, 1986, p. 225 ss.
- La previdenza e gli orientamenti della giurisprudenza in O.G.P.L. 1976 – 1985, in La Giustizia pontina del lavoro: 10 anni di esperienza, n. 19 della Collana di Studi e documentazioni a cura della Associazioni industriali di Latina, Cisterna di Latina, 1986 p. 35 e ss.
- Il progetto di riforma del fondo di previdenza generale dei medici: nota di chiarimento e riflessioni prudenziali, in Bollettino AMDI, n. 3/4, luglio-dicembre 1986, Milano, 1986, p. 42 e ss.
- Le nuove professionalità tra subordinazione e autonomia, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1986, n. 3, p. 13 ss.
- Lo scartafaccio di un politico non docente, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1986, n. 3, p. 37 ss.
- La tutela della Dirigenza nel rilievo costituzionale della professionalità, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, n. 1/2, Milano, Franco Angeli Riviste, 1986, pp. 78 e 79.
- Quell’equità fiscale sulla famiglia monoreddito, in REALTA’ – Organo sindacale della CIDA, 23 febbraio 1987.
- Diritto al lavoro e trattamento pensionistico di vecchiaia, in TUTELA, Edizioni INAS, Roma, marzo 1987, p. 33 ss.
- Nuova dimensione dell’attività ispettiva degli enti dopo la legge n. 638 del 1983, relazione al Convegno di studi su “Una nuova cultura della lotta all’evasione contributiva”, promosso dall’Associazione Nazionale Ispettori di Vigilanza a Bellaria in data 1-3 maggio 1987, in L’ISPETTORE, ANIV, maggio-giugno 1987, p. 9 ss.
- Il funzionario e il diritto di opzione secondo la Corte di Cassazione, in FEDERDIRIGENTICREDITO, n. 10-11, giugno-ottobre 1987.
- Associazione in partecipazione: lavoro autonomo e subordinato, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, n. 4, Franco Angeli Riviste, 1987, p. 99 ss.
- Unità della dirigenza nelle aziende di credito, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, n. 1, Franco Angeli Riviste, 1988, p. 13 ss.
- Poteri e limiti dell’autorità amministrativa nella fase istruttoria finalizzata all’emissione dell’ordinanza-ingiunzione di cui all’art. 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689, in l’ISPETTORE, ANIV, n. 2, marzo-aprile 1988, p. 8.



- Brevi riflessioni sulle nuove disposizioni in materia di apprendistato contenute nell’art. 21 della legge n. 56 del 1987, in L’Ispettore, ANIV, n. 2, marzo-aprile 1988, p. 8.
- Dignità sociale per il lavoratore pensionato, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 2, aprile-giugno 1988, p. 13 ss.
- La regolamentazione giuridica del mercato del lavoro in Italia alle viste del 1992, in L’ISPETTORE, ANIV, n. 4, luglio-agosto, 1988, p. 8 ss.
- Relazione su “Lavoro – La giurisprudenza costituzionale: 1956 – 1986”, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, n. 2, aprile-giugno, 1988, p. 191 ss.
- La dirigenza nella riforma della Casse di Risparmio, in Rivista “FEDERDIRIGENTICREDITO” n. 16-18, luglio-dicembre 1988, p. 11 ss.
- Una sperequazione da superare per la “pari dignità sociale”, in Rivista “REALTA’” della CIDA, n. 34, dicembre 1988, p. 49 ss.
- Tutela costituzionale della posizione assicurativa, in Rivista “Il Diritto del Lavoro”, 1988, fasc. 5, parte II, p. 409 ss.
- I problemi pensionistici nel disegno di legge Amato, in Atti del Convegno – Tavola Rotonda “Banca Impresa 1983: strutture istituzionali e aspetti dirigenziali”, Treviso, 20-22 aprile 1989, p. 187 ss.
- Le “pensioni d’annata”: una sperequazione da superare, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 1, 1989, p. 19 ss.
- Rappresentanza e rappresentatività, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 3/4, 1989, p. 21 ss.
- Il pensionato che lavora: problematiche giuridiche, in Conoscere e partecipare, Riv. Trim. del Sindacato Pensionati Italiani CGIL, n. 46, 1989, p. 43 ss.
- Invalidità parziale e invalidità totale: una tutela inadeguata, in “Il Diritto del Lavoro”, 1989, fasc. n. 3-4, II, p. 321 ss.
- I principi di diritto comunitario per la tutela previdenziale dei lavoratori subordinati e autonomi: revisione del sistema italiano della contribuzione, in Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali, INAIL, n. 6, 1989, I, p. 505 ss.
- Trattato di previdenza sociale vol V, La tutela della salute, diretto da Persiani e Rossi, CEDAM, 1990.
- Le responsabilità manageriali nella prospettiva del mercato unico, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 2, 1990, p. 109 ss.
- Gli interventi della Fe.N.D.A.C. nella politica previdenziale pubblica. Dalla questione del tetto pensionistico alla recente sentenza della Corte costituzionale, in Il Giornale del Dirigente, n. 4, 1990 – DOCUMENTI, p. 27 ss.
- L’attività ispettiva nella società anni ’90, in Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali, INAIL, fasc. n. 4-5, 1990, p. 369 ss.
- Anni ’90: diversificazione delle forme di retribuzione tra le nuove professionalità, esigenza di ridefinire modernamente il concetto di imponibile riclassificandolo ai fini contributivi e fiscali, in L’ISPETTORE, ANIV, n. 3/4, 1990, p. 8 ss.
- La banca dopo la legge Amato e nell’Europa: ruolo del personale direttivo, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1991, n. 1, p. 19 ss. La fattispecie della scissione nella ristrutturazione degli Enti pubblici creditizi secondo il diritto comunitario, ivi, p. 33 ss.
- Intorno ai fondi integrativi, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1991, n. 3, p. 27 ss.
- Note introduttive in commentario della legge 2 agosto 1990, n. 233, recante: «Riforma dei trattamenti pensionistici dei lavoratori autonomi», in Le nuove leggi civili commentate, CEDAM, n. 6, 1991, p. 1163 ss.
- Licenziamenti collettivi e mobilità, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1991, n. 4, p. 19 ss.
- Il rapporto di lavoro, in L’Ispettore e la Società, Rivista bimestrale dell’ANIV, Venezia, marzo-aprile, 1992, p. 13 ss.
- Società post-industriale; una nuova cultura del lavoro, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli Riviste, 1992, n. 4/5, p. 13 ss.
- Il lavoro nella comunità: partecipazione e solidarietà, in Rivista pianeta previdenza, Roma, ENPACL, 1992, n. 21-22, p. 8 ss.
- Normativa europea per la tutela dei diritti dei lavoratori. Responsabilità e ruolo dei professionisti, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL Roma, 1992, n. 3, p. 153 ss..
- Evasione ed elusione contributiva. Contratto d’opera delle province, dei comuni, delle comunità montane e dei loro consorzi e la direttiva comunitaria sulla formalizzazione del rapporto di lavoro subordinato, in Atti del Convegno regionale promosso dal Comitato regionale dell’INPS per l’Abruzzo, L’Aquila, 1992, p. 13 ss..
- Evoluzione del rapporto di lavoro nella società dei servizi: nuove realtà di diritto comunitario, relazione svolta nel Convegno promosso dal Comitato provinciale INPS di Pordenone il 7 settembre 1992, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Milano, Franco Angeli, n. 3/4, 1992, p. 82 ss..
- La specificità della CIDA nel diritto sindacale, in Realtà, periodico della CIDA, 1993, n. 3, p. 16 ss..
- I salienti rilievi del riordino pensionistico, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, n. 1-2 del 1993, p. 19 ss..
- Occupazione: leggi nuove, più giuste e più utili, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, 1993, n. 3, maggio-giugno, p. 143 ss..
- Lavoro e previdenza secondo il diritto comunitario, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 1993, n. 1, gennaio-marzo, p. 27 ss..
-’unitarietà: idea-forza anche per la previdenza, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 2/3, aprile-settembre, p. 213 ss..
- Il segreto del successo: l’etica nel lavoro, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 1993, n. 4, p. 13 ss..
- La rappresentatività della Confederazione italiana dirigenti di azienda, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 1, 1994, p. 27 ss..
- Contributi e premi: sistema ordinato e trasparente, in Rivista degli infortuni e malattie professionali, INAIL, n. 3, 1994, p. 137 ss..
- Garanzie contrattuali del Dirigente pubblico nel caso di risultato negativo della gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa, in atti del Convegno nazionale svoltosi in Treviso il 21 ottobre 1994, a cura dell’UIL-Coordinamento Tesoro, sul tema “Dirigenti manager nella Pubblica Amministrazione, opinioni ed esperienze a confronto. Razionalizzazione dei costi. Efficienza nella Pubblica Amministrazione, p. 24 ss..
- “Politica di bilancio ed effetti sull’occupazione secondo un’ottica europea”, in atti (dicembre 1995, p. 44) della Giornata di studio promossa dal Coordinamento Tesoro UIL in Asolo (TV) il 27 ottobre 1995 sul tema: “Politica di bilancio e politica monetaria: relazioni d effetti sul debito pubblico e sull’occupazione.
- I punti e i dubbi principali della riforma pensionistica, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, I, 6/1995, p. 497 ss.
- I principali problemi giuridici insorti nel settore bancario in seguito all’approvazione del decreto legislativo n. 124 del 1993, in Lavoro e Sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 1994, n. 3, p. 107 ss.



- Meno sgravi, più costo del lavoro: il Sud si interroga! La politica dell’Unione europea nelle aree del Mezzogiorno, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 1995, n. 2, aprile-giugno, p. 13 ss.
- Le problematiche previdenziali con particolare riguardo alla riforma del sistema pensionistico, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, 1995, n. 1-2, p. 9 ss.
- Lotta all’evasione: leggi e magistratura, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, 1995, n. 3, p. 223 ss.
- La giurisprudenza costituzionale in materia previdenziale, in Lavoro e sicurezza sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, 1995, n. 3, luglio-settembre, p. 177 ss.
- La tutela della concorrenza nella ratio ulteriore della disciplina comunitaria della prevenzione, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, 1995, n.4-5, p. 387 ss.
- La previdenza sociale per la famiglia nella realtà normativa dell’Unione europea, in Iustitia, n. 1/1996, p. 52.
- Competenze prevenzionistiche dell’INAIL nella logica del diritto comunitario, in Commentario alla sicurezza del lavoro. I decreti legislativi 626/94 e 242/96. Profili giuridici, sanitari e tecnici, INAIL, Pirola Lavoro, maggio 1996, p. 353.
- Il libero sindacato dirigenziale dalla sua costituzione all’Europa, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 1-2, 1996, p. 21.
- Il pronunciamento della Corte costituzionale: vince l’idea di fedeltà alla Repubblica, in Lavoro e Sicurezza Sociale, CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 1-2, 1996, p. 95.
- Salari, contributi e premi, contrattazione collettiva, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, n. 3/96, p. 217.
- La famiglia nell’Unione europea: profili previdenziali, relazione svolta nel Convegno nazionale su “La famiglia nell’Unione europea: profili antropologici, sociali e previdenziali”, tenutosi in data 8 ottobre 1996 presso la Scuola Grande di San Rocco in Venezia.
- Unione europea dimezzata senza la previdenza. Per un’effettiva coesione sociale non è possibile trascurare le politiche pensionistiche, in MF – il quotidiano dei mercati finanziari, n. 117, 14 giugno 1996, p. 29.
- Dirigenti: il successo e l’impresa, in MF – il quotidiano dei mercati finanziari, n. 142, 19 luglio 1996, p. 28, in occasione del convegno del 4 luglio 1996 di Castelfranco Veneto della CIDA sul ruolo dell’imprenditore nell’Italia del Nord-Est.
- Un primo bilancio dei decreti legislativi n. 626 del 1994 e n. 242 del 1996, in “Rivista degli infortuni e delle malattie professionali”, INAIL, 4-5/1996, p. 413 ss.
- Verso Maastricht: politiche per far emergere il sommerso, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 1997, p. 22 ss..; in Sistema Previdenza INPS, n. 176/177, 1997, p. 39 ss.
- Decisione insensata, senza basi giuridiche (l’iniziativa assunta da ABI e ACRI nella contrattazione nazionale di settore), in MF, Il quotidiano dei mercati finanziari, 18 settembre 1997, pp. 18 e 19.
- La riabilitazione nell’ottica comunitaria: profili giuridici e problematiche di medicina del lavoro, pubblicazione di F.P. Rossi e E. Capodaglio in Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali, INAIL, n. 1-2, gennaio-aprile 1997, p. 1 ss.
- Le funzioni professionali e le banche europee, in MF, il quotidiano dei mercati finanziari, 20 novembre 1997, pp. 26 e 27.
- Le funzioni professionali della dirigenza dei consorzi di bonifica nell’ottica comunitaria, in ATTI, Convegno Nazionale di Studi, svoltosi nell’Università Ca’ Foscari di Venezia il 25 ottobre 1997.
- Le professionalità congiunte degli imprenditori e dei dirigenti per l’impresa europea, in Lavoro e sicurezza sociale, Rivista trimestrale della CIDA, Franco Angeli Riviste, n. 1, gennaio-marzo 1997, p. 85.
- I principi informatori del concetto di invalidità tra equità ed efficacia, in “Rivista degli Infortuni e delle malattie Professionali”, INAIL, n. 1-2, gennaio-aprile 1998, p. 33 ss.
- Il sistema sanzionatorio degli enti previdenziali privatizzati, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 1, gennaio-febbraio 1998, p. 33 ss.
- L’Europa e la riabilitazione occupazionale dei lavoratori infortunati, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 1998, p. 36 ss.
- La riforma pensionistica: regole uguali per tutti, in Il Diritto del lavoro, Fasc. 3, 1998, Parte I.
- Il diritto alla vita come imperdibile diritto della “famiglia –persona” e della “persona-comunità”, in Iustitia, n. 1, gennaio-marzo 1999, p. 27 ss.
- Quale flessibilità per il lavoro?, in “L’Ispettore e la Società”, ANIV, n. 4, luglio-agosto 1999, p. 14 ss.
- Quali sono le sfide delle nuove frontiere europee del management, in MF, Il quotidiano dei mercati finanziari, 3 dicembre 1999, p. 31.
- La “famiglia-persona” e la “persona-comunità”, in Rivista il Fisco, 24 dicembre 1999, p. 65 ss.
- Malattia e sistema pensionistico obbligatorio, in Rivista infortuni e malattie professionali, INAIL, n. 3, maggio-giugno 1999, p. 329 ss.
- Diritto romano e processo di unificazione europea, in Notiziario informativo della Fondazione bassanese, n. 14, 2000, p. 10.
- Al giudice tributario il contenzioso in materia di contributi e premi, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 5, settembre-ottobre 2000, p. 10 ss.
- Gli inespropriabili diritti della paternità e della maternità certe nel villaggio globale dell’umanità, in Iustitia, n. 1, gennaio-marzo 2000, p. 19 ss.
- L’identità naturale della persona quale fondamentale diritto inviolabile dell’Uomo, in Iustitia, n. 4, ottobre-dicembre 2001, p. 470 ss.
- La legge morale naturale nella «famiglia-persona» e nella «persona-comunità», in Iustitia, n. 2, aprile-giugno 2002, p. 235 ss.
- Modernizzazione, flessibilità e garanzie nel quadro degli obiettivi fissati dalla Comunità europea, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 1-2, gennaio aprile 2002, p. 1ss.
- Evoluzione e caratteristiche della legislazione del lavoro: cosa innovare e cosa consolidare, in Atti del convegno promosso da “Umana” e dall’ANIV presso Unindustria Venezia il 17 marzo 2003, sul tema: «Lavorare nella legalità. Responsabilità di appaltatori e committenti nel nuovo mercato del lavoro», p. 33 ss.
- Il matrimonio come unica fonte della «famiglia-persona» nella società organizzata anche in favore delle «persone-comunità», in Iustitia, n. 1, gennaio-marzo 2003, p. 1 ss.
- La fede della «famiglia-persona» e la speranza della «persona-comunità». Disastroso fallimento della cultura dell’individualismo in sé guerrafondaio, in Iustitia, n. 1, gennaio-marzo 2004, p. 34 ss.
- L’attività di vigilanza e le trasformazioni nel mercato del lavoro, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 2 del 2006, p. 171 ss.
- Il contributo dell’attività di vigilanza per una nuova etica del lavoro, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 2 del 2007, p. 201 ss.
- Le attività di vigilanza a difesa dei valori propugnati dall’art. 1 della Costituzione, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 2008, p. 7 ss.
- Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e competenze territoriali di controllo, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 3 del 2009, p. 847 ss.
- Il diritto previdenziale e non assistenziale dei cittadini disabili all’assegno di invalidità civile, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 2 del 2009, p. 337 ss.
- Il problema dell’efficacia del nostro diritto del lavoro nell’economia agricola del Sud, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 2010, p. 47 ss.
- Una professione per la legalità. «Le politiche e gli interventi pubblici per un lavoro sicuro», in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 2011, p. 32 ss.
- Le attività di vigilanza sul lavoro in un’epoca di relazioni industriali che cambiano, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 4, luglio-agosto 2012, p. 32 ss.
- Denuncia del 2 agosto 2012 al Presidente della Commissione europea del 21 agosto 2012 e al Commissario europeo antitrust per concorrenza sleale della Germania nei mercati finanziari a causa di gratuiti interventi a mercati aperti del Governatore della Bundesbank, Herr Jens Weidman. Lettera della Commissione del 23 agosto 2012 che inizia il suo dire con un “Grazie” e continua con la seguente frase: «siamo certi che il suo contributo sarà utile alla riflessione sulla crisi in corso», in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 5, settembre-ottobre 2012, p. 26 ss.
- Tornare alla Costituzione: l’adempimento responsabile degli obblighi imposti dagli artt. 38, 39 e 49 della Costituzione, in L’Ispettore e la Società, ANIV, n. 1, gennaio-febbraio 2013, p. 2 ss.
- Migranti e diritto internazionale, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 1-2 del 2013, p. 55 ss.
- La fede della «famiglia–persona» e la speranza della «persona–comunità». Disastroso fallimento della cultura dell’individualismo in sé guerrafondaia, I SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSITARI - Anno internazionale della famiglia, La famiglia in Europa Fondamenti – Esperienze – Prospettive, PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE Roma 24 – 27 giugno 2004.
- STRUMENTALITà DEL LAVORO NELL’IDEA ESCATOLOGICA DELLA «FAMIGLIA-PERSONA» E DELLA «PERSONA-COMUNITà». III° SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSITARI, “ORA ET LABORA” - Il lavoro in Europa, PONTIFICIA UNIVERSITà LATERANENSE, Roma, 30 giugno – 3 luglio 2005
- IL PROFITTO ETICO DELL’IMPRESA PER LA DIFESA DEGLI OCCUPATI E PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO. IV° SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSITARI, “L’IMPRESA E LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO UMANESIMO” UNIVERSITà CATTOLICA DEL SACRO CUORE, Roma, 22-25 giugno 2006
- LA PERSONA UMANA E’ DEGNA DELL’AMORE DI DIO PER UNA VITA IMMORTALE. INCONTRO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSITARI, in occasione del 50’° anniversario del Trattato di Roma (1957-2007), Consilium Conferentiarum Episcoporum Europae (CCEE) Sezione Catechesi-Università in collaborazione con Congregazione per l’Educazione Cattolica Pontificio Consiglio per la Cultura “UN NUOVO UMANESIMO PER L’EUROPA. IL RUOLO DELLE UNIVERSITA’”, Roma, 21-24 giugno 2007
- IL DIRITTO DELLA PERSONA AL DIRITTO ALLA FAMIGLIA. VIII Simposio internazionale dei docenti universitari VICARIATO DI ROMA – Ufficio per la pastorale universitaria, “L’UNIVERSITA’ E LA SFIDA DEI SAPERI: QUALE FUTURO?”, Roma 23 – 25 giugno 2011.
- L’UNIVERSITA’ PER UNA CULTURA AL SERVIZIO DELL’UMANITA’. X SIMPOSIO INTERNAZIONALE DEI DOCENTI UNIVERSITARI, “LE CULTURE DINANZI A DIO”
Sfide, ricerche, prospettive. Dal Mediterraneo al mondo. Consiglio nazionale delle Ricerche, Aula Marconi, Roma, 20-22 giugno 2013
- Brevi riflessioni sul “Jobs Act” di Matteo Renzi nonché sullo sconcertante articolo 14 del decreto legge n. 145 del 2013, in Rivista degli infortuni e delle malattie professionali, INAIL, n. 1 del 2014, p. 47 ss..
- La legalità come cardine di concorrenza tra le imprese e di crescita economica nell’ambito dell’Unione europea, relazione svolta il 21 maggio 2014 in occasione del FORUM ANIV 2014 “Sulle Attività di Vigilanza” in tema «Lavoro e legalità decidono il futuro».


mercoledì 2 aprile 2014

Un modo molto professionale di comunicazione!


Il Centro Studi ANIV della Calabria, diretto dall'ispettrice Francesca Daniele, ha organizzato una serie di incontri tematici con gli studenti delle IV e V classi degli Istituti Leonardo da Vinci e Nitti di Cosenza. 



Incontri che hanno previsto due moduli: il primo, comune a tutti gli indirizzi, ha analizzato le forme di tutele previdenziali e assistenziali, possibili solo nel mercato del lavoro garantito; il secondo, invece, si è differenziato dal primo perché calato nella specificità di ciascun indirizzo, diverso sia per percorso di studi che per sbocco occupazionale. Ciò, per dare un taglio pratico agli incontri programmati, a cui ha sempre preso parte un testimonial per settore che, con la propria esperienza in materia, ha dato consigli utili ai ragazzi, per meglio indirizzarli sui percorsi da intraprendere per la futura attività lavorativa. La serie di incontri, inclusi in un progetto di alternanza scuola-lavoro, sono stati avviati da un interessante e partecipato seminario dal titolo: "Sapere= Fare: chiave di lettura per un lavoro sicuro", tenutosi presso l'Istituto d'Istruzione Superiore "Leonardo da Vinci-Nitti" di Cosenza. 



Un momento di formazione e dialogo con le Istituzioni, che ha ribadito quanto i ragazzi abbiano voglia di essere informati e "formati" e come essi intendano farsi trovare preparati per affrontare al meglio le nuove sfide del futuro. Ad introdurre i lavori è stata il Dirigente Scolastico, Graziella Cammalleri, che ha così esordito: "La partecipazione di diversi attori Istituzionali ci consente di implementare la già ampia rete di contatti costruita nel tempo dal nostro Istituto, al fine di garantire una corretta mediazione tra scuola e mondo del lavoro, per far sì che la scuola possa svolgere, a pieno titolo, un ruolo attivo nell'incrocio tra domanda ed offerta. Inoltre, questo evento rappresenta un momento altamente formativo per l'ampliamento del percorso individualizzato dei ragazzi che, all'interno del nostro Istituto, partecipano al progetto ministeriale FIXO". Da sottolineare l'intervento della presidente Daniele, che ha affermato: "Come ANIV crediamo fermamente che il concetto di legalità nel mondo del lavoro vada trasmesso, innanzitutto, alle giovani generazioni, ovvero a quanti non fanno ancora parte del mondo del lavoro, ma che ben presto vi si affacceranno, e a cui noi adulti abbiamo il dovere di offrire tutte le possibilità e le conoscenze utili per valutare, in modo consapevole, le future scelte lavorative. L'obiettivo che ci poniamo come ispettori che operano nel mondo del lavoro è quello di donare ai ragazzi la nostra conoscenza e la nostra esperienza. Con i nostri incontri nelle scuole cerchiamo di spiegare agli studenti l'importanza del lavoro garantito e tutelato, autonomo o subordinato che sia, per non fargli correre il rischio di diventare domani dei fantasmi del mondo del lavoro". A seguire, i saluti di rito dell'Assessore alla Formazione Professionale e alle Politiche del Lavoro della Provincia di Cosenza, Giuseppe Giudiceandrea, che ha confermato di aver accettato volentieri la richiesta rivolta dagli ispettori dell'ANIV, vero baluardo a tutela della normativa del lavoro. Nel suo intervento, l'assessore ha evidenziato come sia importante mettere subito in contatto i giovani con le strutture del mercato del lavoro (ad esempio, i Centri per l'Impiego). È stata, poi, la volta del Vicario della sede INAIL di Cosenza, Renato Riitano, che ha illustrato ai presenti la mission dell'INAIL, soffermandosi sull'importanza del rapporto tra mondo del lavoro e istituzioni scolastiche, per diffondere i temi della sicurezza nei luoghi di lavoro tramite quegli stessi giovani che presto occuperanno in aziende pubbliche o private i ruoli più svariati.



Anche se il ruolo dell'INAIL è quello di mettere al primo posto la prevenzione come unico momento per ridurre il fenomeno infortunistico, deve essere proprio la scuola la prima agenzia deputata a favorire una maggiore sensibilità sui temi della prevenzione degli infortuni. È toccato poi al Responsabile dell'Agenzia interna della sede provinciale INPS di Cosenza, Rocco Posa, parlare ai giovanissimi studenti, confermando loro che, non appena inizieranno a lavorare, dovranno cercare subito un contatto con l'Ente previdenziale, senza aspettare la vecchiaia. Solo così potranno conoscere e godere delle prestazioni che l'Istituto eroga (ad esempio, l'assegno di maternità, per disoccupazione o malattia, ecc.). Grande l'interesse suscitato nei ragazzi anche da parte degli altri relatori. A condividere la propria esperienza con i giovani studenti cosentini sono stati: il Dirigente Provinciale del Settore Mercato del Lavoro, Luigi Novellis, che nel parlare del "Progetto Garanzia" ha delineato un quadro preoccupante sulla situazione attuale della disoccupazione giovanile. Per questa ragione, i Centri per l'Impiego hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione con molti istituti superiori, al fine di offrire un primo orientamento ai giovani studenti. Il Responsabile locale di Italia Lavoro SpA, Antonio Vilardi, ha invece approfondito il progetto che sta portando avanti proprio con l'Istituto Da Vinci-Nitti. Parlando del "Progetto FIXO, Scuola e Università", Vilardi ha illustrato i bandi con cui finanziare i bonus per le assunzioni tramite dei contratti di apprendistato, oltre al placement scolastico con percorsi di orientamento attivati all’interno delle scuole. Molto atteso anche l'intervento del Direttore di Confartigianato Cosenza, Francesco Falzetta, che ha sottolineato l'importanza delle "Aziende artigiane del territorio come partner ideali della Scuola". Perché dire artigianato equivale a dire unire la competenza alla conoscenza. Un saper fare che ogni imprenditore riesce a mettere in ogni prodotto.



L'associazione di categoria, inoltre, consente di facilitare l'orientamento del futuro sbocco occupazionale, anche se è importante saper formare per svolgere al meglio l'attività. Il mestiere è nelle mani e non si deve pensare che l'artigiano non sia un imprenditore. L'artigiano, infatti, è dappertutto. Basti pensare al creatore di Apple, nato come artigiano nella cultura del fare della manualità, che non prescinde dalla creatività. Bisogna perciò convincersi che il mercato fa andare avanti solo coloro che sanno far qualcosa. A tirar le conclusioni del seminario è stato il Direttore di Confindustria Cosenza, Rosario Branda, che ha puntato l'attenzione del suo intervento su "L'alternanza scuola-lavoro come porta d'ingresso all'imprenditoria giovanile". Per il Direttore Branda, bisogna saper essere presenti attivamente nel cambiamento, perché sopravvive solo chi si adatta di più. In quest'epoca dei servizi è importante individuare i bisogni e imparare a saper intercettare un attimo prima l'attenzione, per soddisfare il bisogno e stimolare la domanda. Il Centro Studi ANIV Calabria, incassato questo primo successo con uno dei più importanti istituti scolastici della provincia di Cosenza, proseguirà la sua attività di partecipazione ai progetti di alternanza scuola-lavoro anche nelle altre province calabresi, coinvolgendo ancor più attivamente le Istituzioni locali, le associazioni di categoria e, soprattutto, l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria.

martedì 19 novembre 2013

LE RIFLESSIONI DI UN GIUSLAVORISTA SULLE PRIORITà CONDIVISIBILI DI UNA SANA POLITICA GOVERNATIVA

di PAOLO EMILIO ROSSI


SOMMARIO:


1. L’allarme sociale ed economico per una recessione dura ad essere vinta. – 2. Un unicum storico della peggiore crisi della produzione, dell’occupazione, dei consumi nonché di un tenore di vita per molti vicino alla povertà. – 3. IRAP e costo del lavoro da ridurre subito. – 4. L’economia reale e la dignità delle famiglie nell’impegno della Repubblica in favore delle nuove generazioni. – 5. Un patto tra imprenditori e organizzazioni sindacali contro la persistente recessione. – 6. Le riforme istituzionali nell’interesse generale e per l’effettività del bene comune. – 7. Solidarietà e sussidiarietà nei rapporti finanziari tra gli Stati membri dell’Unione europea. 


1. L’allarme sociale ed economico per una recessione dura ad essere vinta

Il 12 aprile 2013, a Torino, si è tenuto il Convegno della Confindustria, nel quale è esploso un grido di rabbia con un minuto di silenzio per chi ha perso l’impresa e per chi resiste nel traballante palco delle "Piccole e Medie Imprese" (PMI), dove motore della crescita rimane pur sempre il manifatturiero. I piccoli imprenditori hanno puntato il dito della irresponsabilità consapevole dell’emergenza economica nei confronti di quanti si attardano nell’allontanare l’odierna assoluta centralità del problema della sopravvivenza. Sono emerse, a tutto campo, l’ansia dei piccoli imprenditori riguardo all’ipotesi di dover chiudere attività e impianti e le incertezze del quotidiano delle stesse coinvolte famiglie, che avvertono l’impoverimento delle loro proprie ed esclusive risorse e, di conseguenza, la drastica caduta di un certo già consolidato stile di vita.

Questi ultimi "horribiles" anni sono stati consumati nel modo peggiore da parte di un sistema politico paralizzato da veti e pregiudizi reciproci, tanto da risultare incapace di quello slancio di dignità patriottica, che, nel passato e in analoghi momenti drammatici della nostra storia, aveva determinato unanimemente a mettere al primissimo posto l’imperdibile interesse generale del Paese. Nel Rapporto Censis per il 2012, De Rita afferma, nelle Considerazioni generali (Cfr. p. XIII): a) siamo sopravvissuti a venti anni di Seconda Repubblica con Governi dichiaratamente decisionisti, nei fatti però incapaci di connettersi ai processi reali della società e delle persone; b) siamo sopravvissuti a dieci anni di crisi, dal 2001 a oggi, con nessun intervento di governo che la abbia significativamente contrastata; c) siamo sopravvissuti all’annus horribilis, cioè il 2011, con la caduta verticale del peso internazionale del nostro Governo e della stessa nostra autonoma sovranità; d) siamo sopravvissuti alla logica di governo «altro e pedagogico» dell’esperienza del Governo tecnico; e) sopravviveremo verosimilmente anche ai probabili e/o improbabili Governi del prossimo futuro. Qualcuno avverte, intanto, il pericolo che in una tale situazione possano maturare, da una parte poteri oligarchici, e dall’altra, tentazioni di populismo.

A questo punto – pone in evidenza il Rapporto – è possibile rilevare alcune tendenze: a) nella crescente propensione a razionalizzare l’assetto del territorio sarebbe maturata l’attenzione alla riduzione del consumo di suolo, alla rifunzionalizzazione delle aree dismesse, alla riqualificazione urbana, al risparmio energetico; b) nel dramma dell’esplosione del precariato giovanile si è andata affermando una maggiore ricerca di percorsi di studio a più elevato differenziale competitivo e un riorientamento verso percorsi di formazione tecnico-professionale delle prospettive di inserimento occupazionale più certe; insieme alla riduzione delle immatricolazioni ai corsi universitari di tipo umanistico-sociale e alla crescente inclinazione dei giovani a compiere gli studi universitari o esperienze di lavoro all’estero; c) si è ridimensionata la capacità di penetrazione nei tradizionali mercati esteri del made in Italy (tessile, abbigliamento-moda, alimentare, mobile-arredo), ma stanno aumentando le quote di mercato dell’Italia nelle aree emergenti del mondo grazie ad altre specializzazioni produttive (metallurgia, chimica, farmaceutica). In proposito, nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente di Confindustria e a quello di piccola industria in occasione del citato convegno dedicato al tema "Un’Italia industriale in una Europa più forte", si sottolinea l’esigenza di un rilancio del comparto manifatturiero quale elemento essenziale della ripresa dello sviluppo economico del nostro Paese. «Le grandi risorse di competenza tecnica e di capacità imprenditoriale che si esprimono nella produzione manifatturiera costituiscono un potenziale dello sviluppo delle’economia e di crescita dell’occupazione che deve essere ulteriormente valorizzato». Del resto, il monito lanciato dal Rapporto del "Centro studi di Confindustria" è stato quello per cui «senza unità e senza industria l’Ue è destinata a essere irrilevante sullo scacchiere economico e a condannarsi a un progressivo impoverimento». Nel secondo capitolo del Rapporto, a firma di Gianni Tognolo, si invita l’Ue a puntare sulle armi di cui è dotata per affrontare la competizione globale: una distribuzione dei redditi meno diseguale, un sistema energetico più efficiente e compatibile con l’ambiente, una migliore organizzazione dell’istruzione primaria e secondaria, costi sanitari meno esplosivi e relativamente sotto controllo. 

Circa, poi, gli effetti distorti del modello di contrattazione collettiva, si osserva come lo spread di produttività frenerebbe la competitività delle imprese italiane, denunciandosi così l’anacronistico sistema di contrattazione salariale fortemente centralizzato. E invero, «in Italia c’è stata una significativa disconnessione tra la dinamica della produttività e quella dei salari che ha portato ad un costo del lavoro per unità di prodotto in forte aumento dal 2000 in poi». Senonché, lo sviluppo della contrattazione aziendale, di cui all’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, ha costituito un fattore determinante per miglioramenti nei meccanismi di remunerazione, rafforzando l’allineamento tra le retribuzioni e la produttività, soprattutto allorquando gli aumenti salariali restano collegati direttamente a miglioramenti dell’organizzazione produttiva a livello aziendale.

La recessione deve poter essere vinta con un’iniezione di fiducia in un complesso economico delle forze della produzione e del lavoro, dove si riannodino le offerte di prodotti e le domande dei medesimi, superando, con una spinta di ragionato ottimismo, l’attuale stallo nel governo del nostro Paese. Non è più moralmente accettabile che si protraggano investimenti e consumi e che si lasci che l’economia si avvolga nella spirale di una recessione solo da sopportare, ancorché soffocante e irrimediabilmente impoverente. 

È un dovere inderogabile dei partiti politici che occupano il Parlamento, quello dell’adempimento di comportamenti volti ad attuare a pieno la solidarietà politica, economica e sociale (art. 2 Cost.). Vigilantibus, non dormientibus iura succurrunt! Suum cuique tribuere!




2. Un unicum storico della peggiore crisi della produzione, dell’occupazione, dei consumi nonché di un tenore di vita per molti vicino alla povertà




Di fronte a una situazione bloccata per la mancanza di una maggioranza nel Senato al fine di consentire che un Governo possa costituirsi in virtù di fiducia accordata da entrambe le Camere del Parlamento, soltanto il Capo dello Stato è risultato operativamente vigilante per il bene del Paese. Dapprima, sollecitando ripetutamente – ma purtroppo invano – la riforma della squallida e incostituzionale legge elettorale, eufemisticamente definita "porcellum"; successivamente, dopo le votazioni del 24 e 25 febbraio 2013, premendo sui partiti perché si giungesse alla formazione di un Governo da larghe intese, trovando poi conferma riguardo a una tale ipotesi dalle relazioni finali del "Gruppo di Lavoro sulle riforme istituzionali" e del "Gruppo di Lavoro in materia economico-sociale ed europea", istituiti il 30 marzo 2013 dallo stesso Presidente della Repubblica. 

Da parte dei c.d. dieci "saggi" è stato realizzato l’obiettivo di individuare un percorso condivisibile tanto sul fronte delle riforme istituzionali, quanto sul fronte delle politiche economiche attive, per cui, al momento, soltanto da volontà collaborative tra i partiti potrà scaturire la formazione di quel nuovo Governo, di cui il Paese ha urgentissimo bisogno. Si è apprezzato il loro metodo di lavoro, quale prova di attitudine al dialogo, al confronto e alla condivisione, sostanziandosi in un contributo finale, concreto e significativo. Ora, l’esplicito apprezzamento del lavoro svolto dai dieci "facilitatori" ha nullificato le superficiali critiche che da più parti erano piovute circa l’iniziativa assunta da Napolitano, dopo che questi era stato costretto a constatare, nel suo preliminare giro di consultazioni, l’oggettiva impossibilità a coagulare una maggioranza attorno a un nuovo Governo. Sicchè, si è trattato di una selezione delle questioni di maggior rilievo da affrontare nell’uno e nell’altro campo, in altri termini della stesura di un elenco ragionato di possibili linee di azione governativa. 

Quello redatto è, dunque, un dettagliato elenco di priorità, utile per le scelte, alle quali dovrà pervenire il nuovo Capo dello Stato. È un lascito politico che il Presidente della Repubblica uscente consegna al suo prossimo successore, e che attua un metodo che potrà tornare utile per rendere meno incerte e gravose le future stagioni di scontri partitico-politici. Senonché, con felice sorpresa, apprendiamo, in data 20 aprile 2013, che il subentrante nella magistratura della Presidenza della Repubblica è lo stesso uscente Giorgio Napolitano, eletto dall’assemblea dei grandi elettori del Parlamento e dei delegati regionali con 738 voti su 989 votanti. Egli inizia il nuovo mandato dal giorno 22 aprile 2013 dopo il rinnovato giuramento ex art. 91 della Costituzione; e ciò è importante perché è da quest’ultimo momento che il Presidente della Repubblica è entrato, sia pure in continuità, nell’esercizio delle sue piene funzioni, le quali, non operando il c.d. semestre bianco di cui all’art. 88, secondo comma, della Costituzione, possono essere esercitate legittimamente anche con il potere di sciogliere le Camere o una sola di esse.

Ci corre l’obbligo di esprimere il nostro più alto sentimento di gratitudine al "Presidente di tutti gli italiani", Giorgio Napolitano, fiero interprete della coscienza nazionale, al di sopra e al di là degli interessi di parte.

La lettura dell’AGENDA POSSIBILE, elaborata dal "Gruppo di Lavoro in materia economico-sociale ed europea", ci ha confermato a tutto tondo, la bontà di un documento, che ha inscritto le misure di politica economico sociale nei due obiettivi di fondo: riavviare lo sviluppo economico, renderlo più equo e sostenibile. Gli obiettivi immediati e, quindi, imprescindibili, sarebbero quelli volti al mantenimento della coesione sociale, alla tutela dei risparmiatori, al rispetto della Costituzione italiana e delle regole dell’Unione europea. Ora, per quanto riguarda il primo di detti obiettivi si afferma come sia cruciale il rapporto tra classe politica, pubblica amministrazione e cittadini. In proposito, si denuncia l’inefficienza degli uffici pubblici e la loro colpevole sordità alle legittime richieste della popolazione, la quale ha avvertito una dilagante corruzione contro la quale occorre procedere con urgenza, posto che è in pericolo la stessa democrazia.

L’obiettivo, poi, della tutela dei risparmiatori viene risolto nell’azione di garanzia della sostenibilità del debito pubblico proprio al fine di assicurare che le famiglie non solo italiane ma anche quelle di immigrati regolari non vedano evaporare parte dei propri risparmi. Si rende avvertiti, inoltre, del fatto che mantenere l’impegno all’equilibrio di bilancio è reso più difficile a ragione dell’indebolimento della capacità dell’economia italiana di generare reddito. Infine, l’obiettivo del rispetto della Costituzione italiana e delle regole dell’Unione europea deve avere, come premessa ineludibile, la recente modificazione della stessa Costituzione, diretta a garantire meglio l’equilibrio tra le entrate e le spese pubbliche e a evitare che si seguano comportamenti, "allegri e irresponsabili", nella gestione di bilancio pubblico come quelli che hanno determinato la situazione attuale di un debito dello Stato superiore ai duemilamiliardi di euro. Il Gruppo ha così ritenuto che gli attuali livelli della spesa pubblica e delle entrate in rapporto al PIL siano dei limiti massimi da ridurre nel tempo. La raccomandazione formulata è stata espressa con l’avvertenza di destinare qualunque sopravvenienza finanziaria alla priorità dell’emergenza "lavoro" e del sostegno alle persone in grave difficoltà economica. E ciò nella forma di un alleggerimento dell’imposizione diretta sul "lavoro", a partire dai giovani e dalle fasce di reddito più basso nonché dal sostegno alle famiglie più povere.

Le proposte avanzate con effetti prevalenti sulla crescita economica sono state sintetizzate dal Gruppo nei seguenti capitoli di manovra governativa: a) fare arrivare il credito alle piccole e medie imprese (PMI) e completare il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione; b) rilanciare il ruolo dell’Italia negli scambi internazionali; c) favorire la ricerca, l’innovazione e la crescita delle imprese; d) migliorare il sistema tributario; e) aprire alla concorrenza, tutelare meglio i consumatori; f) lavoro e condizioni sociali delle famiglie, rifinanziando gli ammortizzatori sociali in deroga, affrontando la grave questione dei cosiddetti "esodati", stabilizzando l’agevolazione fiscale della "retribuzione di produttività", valutando le diverse ipotesi relative all’eventuale introduzione di un reddito minimo di inserimento, da inserire in un quadro complessivo dell’assistenza e, infine, migliorando le relazioni industriali mediante una nuova disciplina della rappresentatività sindacale, della partecipazione dei lavoratori nell’impresa favorendo l’azionariato dei lavoratori; g) potenziare l’istruzione e il capitale umano. Inoltre, sono state avanzate proposte con effetti prevalenti sulla dimensione ambientale, segnalando l’urgenza di migliorare l’ambiente e aumentare l’efficienza energetica. Un apposito capitolo ha toccato l’esigenza di migliorare la legislazione e il funzionamento della pubblica amministrazione, affrontando i seguenti temi problematici: a) aumentare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche per fornire migliori servizi alle imprese e ai cittadini; b) migliorare la legislazione e consolidare la certezza del diritto; c) sviluppare posizioni chiare e lungimiranti con la presenza italiana nell’Unione europea; d) affrontare la questione meridionale e la questione settentrionale. 

Per quanto riguarda l’azione governativa volta a creare e sostenere il lavoro, il Gruppo in discorso si è concentrato esclusivamente su alcune proposte dirette a migliorare condizioni negative che affliggono talune categorie della popolazione, quali le donne, i giovani e i lavoratori a basso reddito, rimarcando anche l’urgenza di migliorare le relazioni industriali al fine di rafforzare la coesione sociale. 

Un paragrafo a sé stante è dedicato al sostegno della famiglia, chiamata a svolgere una faticosa funzione di supplenza, tanto da essere considerata il principale "ammortizzatore sociale" del Paese. È stata così segnalata l’opportunità di ripensare l’attuale sistema fiscale allo scopo, da una parte, di riequilibrare l’attuale dinamica demografica, tendendo almeno ad eliminare i disincentivi esistenti, di fatto, per i nuclei familiari; dall’altra, di riconsiderare la fiscalità sulle abitazioni. Sempre tenendo conto delle necessità di sostenere le famiglie, si è particolarmente sottolineata l’urgenza di rifinanziare entro il mese di giugno il meccanismo degli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre dell’anno 2013 (più di un miliardo di euro, da valutare in funzione dell’evoluzione della situazione economica). L’obiettivo, inoltre, di rilanciare il ruolo dell’Italia negli scambi internazionali troverebbe un’occasione unica da non perdere nel fatto che nel 2015 l’Italia organizzerà in Milano l’Esposizione Universale (EXPO), evento questo al quale parteciperanno oltre 130 Paesi, con un investimento di circa 1,5 miliardi di euro, quasi totalmente spesi sul territorio italiano. L’EXPO deve divenire un’occasione politico-economica unificante il rilancio negli scambi internazionali del nostro Paese.

Sull’opportunità politica di rivedere la struttura dei livelli retributivi delle figure apicali e dirigenziali delle amministrazioni pubbliche si auspica il rafforzamento del monitoraggio sull’effettiva attuazione della norma di parametrazione di quelle retribuzioni alla retribuzione del primo Presidente della Corte di Cassazione. 




3. IRAP e costo del lavoro da ridurre subito




Per arrestare la recessione e avviare la ripresa soprattutto nel campo dell’occupazione, specie delle donne e dei giovani, si auspica da più parti interventi sul mercato del lavoro attraverso un più stretto e continuo dialogo con le parti sociali. Al centro del dialogo è stata posta la constatazione, secondo la quale, poiché l’attesa ripresa, a far tempo dal 2014, potrebbe caratterizzarsi da incertezze sulla sua durata e intensità, vi potrebbe essere il rischio che le imprese assumano comportamenti prudenti nel procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. Consegue che sarebbe utile riconsiderare le attuali regole restrittive nei confronti del lavoro a termine, almeno fino al consolidamento delle prospettive di crescita economica.

Contemporaneamente alla presentazione della citata "AGENDA POSSIBILE" del Gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea, si è svolta, sempre nell’ambito del Convegno biennale di Confindustria, organizzato da "Piccola Industria", una tavola rotonda sul tema: "Quali politiche per l’economia reale e per l’Europa". Qui si è rilanciato l’intento di pervenire a un patto degli imprenditori, che veda, insieme con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, definita un’agenda per la competitività. Il punto di riferimento sarebbe il documento che Confindustria ha redatto nel gennaio 2013 e che ha presentato alle forze politiche. Il vice presidente di Confindustria per il Centro studi, Fulvio Conti, ha detto in proposito: «Abbiamo bisogno di due cuochi esperti e solidali, cioè le parti sociali, imprese e sindacati e un governo stabile che ascolti e che possa attuare questa ricetta». Quel richiamato documento prevede una terapia d’urto per i primi cento giorni e riforme strutturali che abbiano effetto nel medio termine. Sarebbe – a giudizio di Conti – una manovra a saldo 0, che darebbe una spinta notevole al manifatturiero. L’auspicio formulato dallo stesso Conti è che si attuino subito quelle misure che possano ridurre i costi per le imprese, come l’Irap sul costo del lavoro o la detassazione dei salari di produttività, oltre agli interventi per sbloccare la liquidità, affrontando il credit crunch, che può essere superato se lo Stato paghi i suoi debiti. Mettendo l’impresa al centro dell’economia reale, il documento di Confindustria, ove venisse applicato nella sua interezza propositiva, potrebbe mobilitare 316miliardi di euro di risorse pubbliche e aiutare l’Italia ad uscire dalle secche della crisi. Questa, invero, va superata non soltanto colmando i gap nei confronti delle migliori realtà europee, ma principalmente contribuendo a creare un’Europa più unita, compatta, capace di trasformare problemi nazionali in soluzioni globali. Secondo Conti, «L’Europa deve essere il nostro punto di riferimento e l’ancoraggio forte delle nostre politiche».

Anche il Gruppo di lavoro in parola ha svolto analoghe considerazioni e prospettive al fine, per l’appunto, di agevolare fiscalmente le retribuzioni di produttività, stabilizzando l’attuale meccanismo di agevolazione fiscale operante sulla parte accessoria della retribuzione dei lavoratori del settore privato. Tale agevolazione, poi, potrebbe essere ulteriormente estesa, riguardando la quota parte di salario destinata a remunerare la qualità della prestazione. E ciò potrebbe concretizzarsi con una più accorta e moderna contrattazione collettiva aziendale.




4. L’economia reale e la dignità delle famiglie nell’impegno della Repubblica in favore delle nuove generazioni




Dopo la globale ubriacatura della truffaldina finanza internazionale insieme con l’incoscienza, nella più imputabile incompetenza in materia finanziaria, di molti amministratori anche locali della cosa pubblica, c’è oggi il grido di molti connazionali che mordono gli stenti della vita quotidiana per una crisi che ha avuto origine da una dismissione politica dell’economia reale e da ruberie diversificate, nei modi e nelle quantità del denaro pubblico. 

Una situazione questa, di cui nessun responsabile della cosa pubblica si è vergognato, né si vergogna, addebitando, da crudi mestatori, invece, la colpa dei danni provocati su altri del tutto innocenti. 

Per dare un segno di una profonda lesione del dovere di solidarietà economica secondo l’imperativo dettato dall’art. 2 della Costituzione, ci basta riferire dell’intervento del 15 aprile 2013 del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che ha denunciato il personale sconcerto sul fatto che le banche pongono tassi alti nei confronti delle piccole imprese, determinando una inconcepibile sofferenza delle medesime, dalle quali comunque sono assicurati tre quarti dell’occupazione. La strigliata di Draghi, che ha parlato, per l’appunto di «sconcertante mancanza di crediti» alle Pmi, è avvenuta all’interno di una prospettiva di via d’uscita dalla crisi, nella quale il forte richiamo alla competitività dei fattori dell’economia reale è stato strettamente collegato al perseguimento di ben conosciute riforme strutturali del nostro Paese. È stato avvedutamente ricordato, d’altro canto, come la stretta del credito sull’economia italiana stia diventando sempre più soffocante e come sia urgente compiere tutto il possibile politico per allentarla.

Sulla base delle considerazioni che precedono, avvertiamo la necessità che le istituzioni tutte repubblicane rispettino, con pura coscienza, la dignità delle famiglie a causa di quell’impegno ineludibile che la Repubblica è tenuta a realizzare anche e soprattutto in favore delle nuove generazioni, purtroppo malamente derubate. Certo, è l’economia reale delle famiglie a dover essere sostenuta per risollecitare la domanda interna di beni e di servizi, incentivando prestazioni assistenziali non monetarie anche al fine di scongiurare il rischio che, dati i vincoli di finanza pubblica, l’assistenza si concentri nelle situazioni più gravi, restringendo gli interventi sociali, quali quelli di accompagnamento promozionali, preventivi, ambientali nonché di comunità. 

In particolare, è stato sottolineato come il settore dell’assistenza domiciliare rimanga un settore non coordinato col sistema integrato dei servizi e con la rete di welfare locale e comunitario e come risulti caratterizzato dalla scarsa qualificazione e da un’alta discontinuità dell’assistenza. D’altra parte, il dovere di difendere la dignità delle famiglie rafforza l’urgenza di una diminuzione del costo del lavoro, in quanto questa stimolerebbe la competitività e fornirebbe quell’impulso alla domanda interna, che si rende necessario sollecitare a causa dell’attuale fase di acuta e prolungata recessione che l’economia italiana continua ad attraversare. In questo quadro è senz’altro valido il suggerimento di definire un sistema di alternanza scuola-lavoro, idoneo a consentire il miglioramento della situazione di quei giovani che non lavorano e che, al tempo stesso, neppure studiano. Al riguardo, sono state avanzate talune proposte che prevedrebbero l’obbligatorietà di periodi di alternanza scuola-lavoro in qualsiasi percorso formativo successivo all’età dell’obbligo scolastico, ivi compresa l’università, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, le soggettività pubbliche e private, incluse quelle del Terzo Settore. Si tratterebbe, però, di periodi non costituenti rapporti individuali di lavoro e che, viceversa, andrebbero valutati e certificati, così da fornire ai giovani coinvolti, oltre alla conoscenza di base, competenze immediatamente spendibili sul mercato del lavoro.




5. Un patto tra imprenditori e organizzazioni sindacali contro la persistente recessione




Nel corso della grande adunata degli imprenditori delle piccole e medie imprese a Torino il 12 aprile 2013, accolti dall’inno di Mameli a riprova che l’industria è la priorità nazionale, Vincenzo Boccia, nel suo intervento, ha definito, per l’appunto, l’industria come «la forza del Paese» e dalla città di Torino, simbolo dell’industria italiana, ha lanciato «un grido di rabbia e di speranza»: speranza perché si può uscire dalla crisi, rabbia perché non si stanno attuando le scelte per riprendere a crescere. Di fronte ad una politica latitante, la proposta di Boccia è stata formulata avanzando l’ipotesi di un patto dei produttori, tra tutti gli attori della fabbrica per ricostruire il Paese. Si è trattato di gettare un ponte verso il sindacato presente al Convegno nelle persone dei leader di Cgil, Susanna Camusso, e di Cisl, Raffaele Bonanni. L’auspicio proclamato è stato quello di indicare come "insieme" sarà possibile salvare le fabbriche e l’Italia; sempre "insieme" sarà possibile tornare a quello spirito del dopoguerra, capace di scrivere un’agenda della competitività nella consapevolezza che una nazione senza fabbriche è una nazione senza lavoratori e senza imprenditori. Quello di Boccia è stato un appello rivolto alle forze politiche del nostro Paese, formulando ai partiti cinque domande così declinate: «Cosa intendete fare per ridurre il global tax rate delle imprese italiane? Cosa sui costi dell’energia?Cosa su debito e quindi sullo spread?Quali grandi infrastrutture dare all’Italia e come procedere per realizzare le piccole opere? Quando ridurre il cuneo fiscale e agevolare il recupero della produttività?». I deficit di competitività del sistema italiano – ha poi aggiunto Boccia – sono i deficit di competitività delle imprese, atteso che «le stiamo distruggendo, andare avanti così vuol dire portare alla paralisi il sistema industriale italiano». Un’Italia industriale, allora, in un Europa più forte! A questo punto, dobbiamo segnalare come il Gruppo di lavoro in discorso, abbia denunciato la circostanza per cui l’attuale legislazione sulle relazioni industriali dovrà essere rivisitata per ridurre i conflitti sociali. Pertanto, l’auspicato patto tra le parti sociali nello specifico settore produttivo dell’industria dovrà trovare un sostegno esplicito nell’azione del nuovo Governo in carica attraverso l’aumento di 2miliardi di euro del Fondo Centrale di Garanzia, che potrebbe consentire maggiori finanziamenti alle piccole e medie imprese per oltre 30miliari di euro, senza incidere significativamente sui conti pubblici nel biennio 2013-2014. L’efficacia di un tale intervento potrebbe essere ulteriormente aumentata consentendo al predetto Fondo di allentare i criteri di accettabilità delle imprese su cui estendere la propria garanzia, tenendo conto del fatto che, con due gravi recessioni in cinque anni, i benchmark di bilancio che consentono di definire "sana" un’azienda non possano essere più quelli tipici di una fase ciclica espansiva. 




6. Le riforme istituzionali nell’interesse generale e per l’effettività del bene comune




La nostra Corte costituzionale, nella sua giurisprudenza stimolata dal processo di integrazione europea, suole distinguere tra costituzione formale e costituzione materiale, intendendo rispettivamente le disposizioni contenute nella Carta e i principi supremi che identificano il nostro sistema politico. Le prime sono suscettibili di revisione costituzionale, i secondi sono sottratti alla vita giuridica e possono essere rivisti solo attraverso eventi politici che segnino la fine dell’attuale Repubblica italiana e il sorgere di uno Stato diverso. È pacifico che, se la forma repubblicana e altri principi fondamentali che la Consulta si riserva di desumere in via interpretativa dalla Carta costituzionale compongono quel corpus giuridicamente immutabile, altrettanto non vale per gli assetti istituzionali dello Stato. Ciò è, oltre che opportuno, necessario a consentire l’evoluzione del Paese, dal momento che la forma di governo di una qualsiasi persona giuridica (anche di diritto privato) si esaurisce nello studio di una distribuzione dei poteri decisori tra i diversi organi che la compongono, volta ad instaurare differenti rapporti ed equilibri tra questi secondo le esigenze contingenti, alle quali si può far fronte vuoi con una concentrazione del potere (per velocizzare la capacità di azione e reazione), vuoi attraverso la sua diluzione tra più organi (per garantire il concorso di più volontà e il bilanciamento di più interessi nella decisione).

Al mutare delle esigenze, che si affacciano o che vengono ora percepite come preponderanti, è doveroso reagire adeguando anche il sistema di governo; e conferma che ciò rientri nel nostro sistema costituzionale ci viene dal fatto che, come già detto, la parte II della Costituzione dedicata all’ordinamento della Repubblica è ben lungi dal rientrare tra i principi supremi intangibili. Si badi che, come l’attuale incertezza politica rende a tutti evidente, da un sistema di governo adeguato alla realtà in cui si muove lo Stato italiano dipende il benessere dei cittadini, in quanto le risposte alle loro pretese possono essere ponderate e fornite solo se gli organi a ciò deputati sono in grado di lavorare in modo efficiente. Non è nostra intenzione indagare qui quali possano essere le soluzioni, cioè le alternative al bicameralismo perfetto e alla ripartizione di funzioni tra Parlamento e Governo (se cioè sia più attuale ad esempio un sistema presidenziale o semipresidenziale, o se convenga che le disposizioni che promanano da Governo e Parlamento siano tra loro in rapporto non più gerarchico ma di diversa competenza), ma sollecitare il cambiamento, cioè stimolare una conversazione (si spera non tra sordi) sul merito della questione. Non solo: riteniamo che in una certa misura si possa, a questo punto di evidente disagio, invocare un dovere non solo morale, ma anche giuridico. 

L’art. 2 della Costituzione fonda il patto di cittadinanza sullo scambio tra i diritti inviolabili che la Repubblica riconosce e l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Se, come si è detto sopra, l’efficienza del sistema di governo condiziona il benessere di tutti, è espressione del generale dovere di solidarietà l’obbligo - al quale possiamo attribuire significato non meramente programmatico, ma immediatamente precettivo -, per chi ne ha il potere (cioè il Parlamento), di riformare l’assetto istituzionale, congedando prima di tutto il bicameralismo perfetto. Ne consegue che i componenti di Camera e Senato saranno gravati da un dovere costituzionalmente sancito di procedere alle riforme ormai improcrastinabili; devono, in quanto loro solo possono, consentire alla cittadinanza di vivere e rapportarsi ad uno Stato strutturalmente moderno. Certamente, ogni scelta sul merito di riforme così importanti dovrà essere democraticamente legittimata, cioè espressione della volontà del popolo sovrano. Non va però dimenticato come, a norma dell’art. 1, comma 2, della Costituzione, la sovranità si eserciti nelle forme, oltre che nei limiti, previsti dalla Costituzione stessa. Queste forme sono state plasmate sul modello della democrazia rappresentativa, non della democrazia diretta, essendo stato ritenuto che non è espressione massima di libertà il poter prendere parte ad ogni singola decisione che ci riguarda (cosa impraticabile fuori da un villaggio di cinquanta persone isolato dal mondo in mezzo a una foresta, e quindi ai limiti del ridicolo), quanto poter scegliere chi per noi deve prendere tali decisioni, secondo un sistema sociale fondato sulla divisione dei compiti. La democrazia, oggi, si esprime non letteralmente come "governo del popolo", bensì come legittimazione democratica di chi governa. E non siamo nemmeno tanto sicuri che tutto ciò possa essere rivisto, essendoci forse ostacoli che provengono (oltre che dal buon senso e dagli insegnamenti della storia) dall’art. 10, comma 1, della Costituzione, dal momento che nel diritto internazionale pubblico la democrazia indiretta costituisce uno di quei capisaldi degli Stati moderni di cui anche l’ONU si fa promotrice nel mondo. Bisogna però precisare il ruolo che deve assumere il parlamentare in una democrazia indiretta: non già di "nuncius", cioè di mero portavoce, ma di "procurator", cioè di rappresentante. La differenza sta nel fatto che un rappresentante non comunica una volontà altrui ma elabora una propria determinazione. Quindi, non latore ma ideatore, peraltro libero da ogni vincolo di mandato (art. 67 Cost.). Questo significa che in una democrazia indiretta i rappresentanti sono tenuti a fornire il proprio personale apporto alla discussione nell’arena politica e non se ne possono esimere facendosi scudo con la volontà di chi li ha eletti: una volta entrato in Parlamento, infatti, il rappresentante non è procuratore dei propri elettori ma dell’intera Nazione (art. 67 Cost.) e deve perseguire non l’interesse particolare di chi lo ha votato o della formazione politica di appartenenza, ma l’interesse comune secondo quella che è la propria interpretazione e sintesi. 

Dal combinato disposto degli artt. 54 e 67 della Costituzione, d’altronde, emerge che ogni membro del Parlamento ha un dovere giuridico di fedeltà verso la Repubblica, non verso il movimento politico cui appartiene.

Posto, quindi, che oggi il parlamentare è persona chiamata dalla cittadinanza ad essere gravato da questo dovere di riforma, è bene che chi si assume simile obbligo sia persona in grado di adempierlo.

La rilevanza, che assume una personale competenza negli ambiti dove le riforme sono destinate ad incidere, emerge nel momento in cui - ammettendo che vi sia un obbligo giuridico di solidarietà politica e sociale che si specifica verso la classe dirigente in questo momento nel dover riformare l’assetto istituzionale del Paese - quest’obbligo non dovesse essere adeguatamente adempiuto, cioè le soluzioni cui si addivenisse fossero gravemente carenti, perché sarebbe allora che costoro dovrebbero rispondere di tale inadempimento, visto che l’imperizia è una delle forme in cui viene tradizionalmente declinata la colpa; quindi, tale inadempimento sarebbe colposo per imperizia di una classe dirigente incompetente e, in quanto colposo, l’inadempimento esporrebbe gli obbligati a responsabilità non solo politica, ma anche giuridica. Trovandosi peraltro a lavorare per la Cosa Pubblica, il parlamentare deve contribuire all’osservanza del principio di buon andamento ex art. 97, comma 2, della Costituzione, che deve ispirare non solo l’organizzazione, ma anche l’attività dei pubblici uffici (cui, certo, il Parlamento non può ritenersi estraneo): senz’altro non risponde ai canoni di buon andamento un organo legislativo che spreca tempo e denaro nel discutere e approvare leggi che verranno poi annullate dalla Corte costituzionale per il fatto che chi adotta quelle norme ignora che oggi l’Italia non è più un ordinamento giuridico dove "quod principi placuit, legem habet vigorem", e ignora che la volontà che esso esprime deve rapportarsi a un gran numero di parametri di legittimità: nazionali (Costituzione italiana) e sovranazionali (Trattati UE nonché direttive e regolamenti UE, cui la giurisprudenza della Consulta riconosce forza subcostituzionale ma superlegislativa).

Le valutazioni fin qui espresse in termini di premessa teoretica aiutano a meglio decifrare quanto è stato scritto dal "Gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali" soprattutto in tema di "rapporti Parlamento Governo". E infatti, il gruppo h convenuto all’unanimità che, qualora dovesse essere confermata la forma di governo parlamentare razionalizzata, occorrerà introdurre nel nostro sistema alcune innovazioni, e precisamente: a) dopo le elezioni, il candidato alla Presidenza del Consiglio, nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati elettorali, si presenta alla sola Camera dei Deputati (nello scontato presupposto della riforma dell’attuale Bicameralismo paritario) per ottenere la fiducia; b) il giuramento e il successivo insediamento avvengono dopo aver ottenuto la fiducia della Camera; c) al Presidente del Consiglio, che abbia avuto e conservi la fiducia della Camera, spetta il potere di proporre al Capo dello Stato la nomina e la revoca dei Ministri; d) il Presidente del Consiglio può essere sfiduciato solo con l’approvazione a maggioranza assoluta, da parte della Camera, di una mozione di sfiducia costruttiva, comprendente l’indicazione del nuovo Presidente del Consiglio; e) il Presidente del Consiglio in carica è titolare del potere di chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato della Camera dei Deputati, ma solo se non è già stata presentata una mozione costruttiva.

Il Gruppo di lavoro ritiene che l’attuale modello di bicameralismo paritario e simmetrico rappresenti una delle cause delle difficoltà di funzionamento del nostro sistema istituzionale. A tal fine, ha proposto che ci sia una sola Camera politica e una seconda Camera rappresentativa delle autonomie regionali (Senato delle Regioni). La Camera dei Deputati eletta a suffragio universale e diretto, è titolare dell’indirizzo politico, ha competenza esclusiva sul rapporto fiduciario, esprime il voto definitivo sui disegni di legge. Il Senato delle Regioni è costituito da tutti i presidenti di regione e da rappresentanti delle Regioni eletti da ciascun Consiglio Regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti della Regione. Detto Senato assorbirebbe le funzioni della Conferenza Stato-Regioni e parteciperebbe al procedimento legislativo, mentre, salve talune eccezioni, le leggi rimarrebbero discusse e approvate dalla Camera. 

Il bicameralismo resterebbe paritario per le leggi di revisione della Costituzione e delle altre leggi costituzionali; per le leggi elettorali, con esclusione della legge elettorale per la camera; per le leggi in materia di organi di governo e funzioni fondamentali dei Comuni, delle Province e delle città metropolitane; per la legge su Roma capitale; per le leggi sul regionalismo differenziato (art. 116, terzo comma, Cost.); per le norme di procedura per partecipazione delle Regioni e delle Province di Trento e Bolzano alla formazione di normative comunitarie (art. 117, quinto comma, Cost.); per le leggi sui principi riguardo alle leggi elettorali regionali (art. 122, primo comma, Cost.), per l’ordinamento della finanza regionale e locale. 

Per quanto riguarda il tema della legge elettorale è da dire come esso sia inevitabilmente connesso al tema della forma di Governo. Il Gruppo di lavoro in parola propone a maggioranza, ove si dovesse optare per una forma di Governo parlamentare razionalizzata, più soluzioni, sempreché ciascuna di esse garantisca la scelta degli eleggibili da parte dei cittadini e favoriscano la costituzione di una maggioranza di Governo attraverso il voto. Lo stesso Gruppo di lavoro ha inteso, poi, precisare come, in presenza dell’attuale bicameralismo paritario, nessun sistema elettorale sarebbe in grado di garantire automaticamente la formazione di una maggioranza nelle urne in entrambi i rami del Parlamento. Diverse sarebbero le prospettive della stabilità nell’ipotesi in cui si dovesse attribuire l’indirizzo politico ad una sola camera. Il Gruppo di lavoro ha altresì segnalato come, in ogni caso, vada superata la vigente legge elettorale. In una tale prospettiva, la futura legge potrebbe far prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento implicito o esplicito ed eventualmente un ragionevole premio di governabilità. Infine, è stato proposto di eliminare le circoscrizioni estero, prevedendo il voto per corrispondenza, assicurandone la personalità e la segretezza.




7. Solidarietà e sussidiarietà nei rapporti finanziari tra gli Stati membri dell’Unione europea




Abbiamo avuto modo più sopra di sottolineare l’intervento del Presidente della Banca Centrale Europea riguardo alla necessità che le banche facciano prestiti a tassi ragionevoli alle famiglie e alle imprese, altrimenti potrebbero verificarsi gravi danni per l’Eurozona. Indubbiamente, gli improvvisi mutamenti delle politiche finanziarie nel contesto internazionale hanno portato a forti restrizioni creditizie e all’inaridimento delle ordinarie forme di finanziamento. Senonché, la situazione finanziaria italiana ha ottenuto, con gli adeguati interventi di riforme strutturali, una affidabile stabilità, per cui è da irresponsabili che non si pervenga a un mutamento nel veicolare liquidità alle aziende sane del manifatturiero, vittime incolpevoli della crisi di livello mondiale.

Per l’Eurozona si è dovuta constatare la fragilità della costruzione della moneta unica. E invero, si era pensato, nel 1992, con il Trattato di Maastricht di creare una moneta che potesse costituire uno strumento di solidarietà tra i diversi membri dell’Eurozona, e insieme uno strumento di indipendenza e di stabilità finanziaria nella mondializzazione.

Senonchè, la moneta unica si è rivelata un problema più che una soluzione tanto da diffondere l’idea di una possibile scomparsa dell’euro. Quest’ultimo avrebbe dovuto rappresentare la conseguenza di un’armonizzazione molto più ampia dei sistemi bancari, finanziari, industriali ed economici in generale. Ora, l’esistente presenta, nell’Unione europea, politiche fiscali e spese sociali molto diverse da un Paese all’altro, creando necessariamente uno squilibrio nelle finanze pubbliche secondo i contesti nazionali.

Detto questo, va osservato come i Paesi dell’Eurozona, avendo una stessa moneta siano impediti di fatto a fare gli aggiustamenti finanziari indispensabili allorquando il ritmo di sviluppo e i sistemi fiscali siano differenti. La gravità della crisi conduce oggi a considerare i problemi fondamentali relativi all’esistenza stessa dell’euro, che, a ben vedere, in qualche modo funziona, lo si voglia o no. Possiamo allora chiederci se il momento che stiamo attraversando possa definirsi soltanto come crisi finanziaria o, invece, come una crisi più ampia che suggerirebbe forse una rifondazione della stessa Unione europea. Certo, dopo la mondiale crisi finanziaria del 2009, la maggior parte dei Paesi europei si è resa conto che sarebbe stato necessario approfondire la dinamica comunitaria, ricomprendendovi il soccorso reciproco nei debiti pubblici o sovrani, la costituzione solidale di una sorta di Governo economico dell’organizzazione e l’applicazione di una politica economica e finanziaria comune. Molti cittadini europei non riconoscono più l’interesse di una dinamica europea insistente sul legame di solidarietà tra le nazioni unite. Si è parlato addirittura di una dissoluzione psicologica dell’Europa, intesa nel senso che i cittadini dei Paesi membri avrebbero paura di perdere la propria identità, la propria autonomia, la propria capacità di decisione. È divenuta così, in un certo senso limitata la loro fiducia nelle istituzioni europee, avendo spesso identificate queste ultime con il processo di globalizzazione, con un liberalismo illimitato dei mercati, con il fenomeno delle delocalizzazioni industriali, ovvero con l’elevato tasso di disoccupazione in molti degli stesso Paesi membri dell’Unione.

L’opinione dei cittadini europei sembra attestarsi sulla considerazione secondo la quale l’Unione darebbe l’impressione di interessarsi di tutto, dalla data di apertura della caccia alle diverse colorazioni dei giochi dei ragazzi. Si è venuta a determinare una confusione tra ciò che dipende effettivamente da Bruxelles e ciò che dipende dalle decisioni nazionali. Occorre, pertanto, che siano ben comprese le articolazioni tra solidarietà e sussidiarietà, dato che esse presentano frontiere fluide che i Governi non sanno sempre spiegare. Ebbene, ci sono settori come la cultura, l’educazione, la sicurezza sociale e altri che restano comunque di competenza nazionale: in essi ogni Stato membro conserva la sua autonomia. Cosicchè, la sussidiarietà vieta all’Unione di impicciarsi di queste politiche nazionali. Viceversa, ogniqualvolta il tratto comunitario presenti soluzioni migliori a fronte di una sfida politica, nonché quando il bene comune europeo imponga oggettivamente una risposta unica, la competenza dell’Unione è senza dubbio giustificata, proprio perché tale competenza risponde a una giusta applicazione del principio di solidarietà. 

Sulla base delle considerazioni che precedono, possiamo affermare come, il futuro dell’Europa debba fondarsi sulla capacità delle comunità di mantenere viva la solidarietà nei settori – oggi principalmente finanziari – di applicazione di tale principio, e di esercitarla insieme. Occorre, perciò, diffondere una spiegazione più ampia e più precisa del principio di sussidiarietà nonché della sua applicazione. I cittadini europei sembrano temere, infatti, che si impongano loro leggi e costrizioni inutili nella vita concreta. La confusione tra i principi di solidarietà e di sussidiarietà, e tra le loro applicazioni, risulta fortemente negativa nella stessa Unione europea. La conseguenza di ciò potrebbe condurre a ritenere che l’impegno di solidarietà finanziaria svanisca a causa della paura della scomparsa della sussidiarietà. 


RIASSUNTO

Dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incaricava il Segretario del partito Democratico, Pier Luigi Bersani, di verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare anche in seno al Senato per ottenere la fiducia a un eventuale Governo da lui presieduto. Di fronte alle difficoltà riscontrate da Bersani riguardo a quella maggioranza, i Capo dello Stato assumeva l’iniziativa di costituire due Gruppi di lavoro, rispettivamente, sulle riforme istituzionali e in materia economico-sociale ed europea. In data 12 aprile 2013, gli "esperti" nominati nei predetti Gruppi presentavano le rispettive relazioni finali in adempimento al compito di misurare, sulle questioni affrontate, i livelli di convergenza e i punti di divergenza con lo scopo di facilitare un ampio consenso tra le forze politiche presenti in Parlamento. L’Autore dà atto dei risultati ai quali sono pervenuti i cosiddetti "facilitatori", collocando il tutto nell’ambito dell’attuale crisi politica, economica, sociale e finanziaria, nella quale versa l’Italia.